La pubblicità ha origini molto antiche. E’ annessa strettamente con il progresso delle attività commerciali e con le prime iscrizioni, insegne o simboli merceologici.
Una testimonianza per esempio, è Pompei (distrutta da un’eruzione vulcanica nel 79 d.C.) dove è ancora possibile ammirare le scritte sui muri delle case romane, che esortano gli abitanti a sostenere un candidato alle elezioni, oppure osservare una serie di insegne di una bottega in via dell’Abbondanza, che esibiscono il procedimento di produzione della stoffa.
La vera rivoluzione avviene con l’invenzione della stampa in Europa, nel 1479, grazie al tipografo britannico William Caxton, che divulga un opuscolo per promuovere le sue pubblicazioni. Fu poco dopo, all’inizio del Cinquecento, che iniziano a diffondersi gli avi dei volantini moderni in tutte le città europee.
Nel 1630 comparve su un periodico il primo annuncio pubblicitario posteriore alla scoperta della stampa. Era un sobrio riquadro pubblicitario che menzionava il nome di un prodotto.
Negli anni ’20, quando la radio cominciò ad espandersi negli USA, era ancora giudicato sconveniente diffondere gli annunci pubblicitari. Fino a che un programma di successo (Amos ‘n’ Andy) cominciò a mandare in onda interruzioni pubblicitarie.
Il modello pubblicitario odierno si affermò grazie alla crescita della produzione di merci che avvenne durante la rivoluzione industriale: il risultato di una scienza che utilizza sofisticate tecniche e che usufruisce dell’apporto di professionisti in diversi campi.